Pimpante, non fa altro che aver il naso in su verso il cielo. Da bambino vive il presente.
13 Dicembre 2016, probabilmente il giorno peggiore dell’anno per i miei gusti, perché siamo in inverno quindi fa freddo e c’è poca luce. Sono le 4 del mattino, stiamo tornando a casa e lui guarda dal finestrino.
Papà c’è la luna piena!
Torniamo a casa, io sono stanco morto, esausto.
Lui eccitato va a letto, ma non prende sonno subito.
Mi cambio, prendo il casco e i documenti e vado in farmacia, ce n’è una aperta tutta la notte.
Prendo le medicine e torno a casa, manca un quarto alle cinque, vado a letto.
La stessa sera la sua curiosità non può fare a meno di spingerlo a staccare il tubo della macchina dell’aerosol. Il beccuccio si spezza, la macchina è inservibile.
Interminabile giornata.
Devo vestirmi ed uscire sono le 21, non voglio che salti l’applicazione di aerosol. Per fortuna abitiamo in centro, non voglio guidare potrei andare a piedi ma scelgo di usare i mezzi pubblici. Quindi torno alla farmacia notturna e compro una macchina nuova. Esco e vado verso il capolinea, vedo da lontano che sta arrivando l’autobus, devo correre.
Allora corro, fino a che non mi scoppiano i polmoni e riesco ad arrivare in fermata prima di lui. Posso prenderlo.
Scendo e vedo che dietro sta arrivando un altro autobus, quello che mi porta più vicino a casa, devo di nuovo correre perché la fermata è dall’altro lato della strada.
Riesco a prenderlo, scendo e inizio a camminare, quando arrivo di fronte a casa, prima della curva della salita, mi volto e alzo gli occhi al cielo.
Eccola là, infingarda, la stessa luna piena.